giovedì 3 dicembre 2009

A Christmas Carol

24 dicembre, sette anni dopo la morte del suo socio Marley, Ebenezer Scrooge è un vecchio avaro: maltratta il suo mite dipendente Bob Cratchit pagandolo una miseria, respinge l'invito a cena del giovale nipote Fred, e urla a tutti il suo disprezzo per le feste che distraggono dal lavoro e non portano denaro, anzi lo fanno spendere. Tornato a casa, incontra il fantasma del suo socio, coperto di catene e costretto a portare per sempre il peso della sua avarizia, che lo ammonisce dicendogli che verranno nella notte a trovarlo tre spiriti, che gli mostreranno il passato, il presente e il futuro. Scrooge ha un'occasione per redimersi: saprà coglierla?

Titolo: A Christmas Carol
Titolo originale: A Christmas Carol
Regia: Robert Zemeckis
Attori: Jim Carrey, Robin Wright Penn, Gary Oldman, Colin Firth, Cary Elwes
Genere: Animazione
Uscita: giovedì 3 dicembre 2009

Dopo le tante derivazioni, alcune riuscite (come S.O.S. Fantasmi del 1988) e altre molto meno (il recente La rivolta delle ex), torna in una strepitosa veste Digital 3-D (di rara bellezza) il classico dei classici racconti di Natale, quello scritto nel lontanissimo 1843 da Charles Dickens. La storia è ultraconosciuta, non ci dilunghiamo: un vecchio avaro all'ennesima potenza, a cui tutto il paese deve soldi, riceve la visita di tre fantasmi che gli mostreranno i suoi errori e cosa succederà se non farà entrare in lui lo spirito della solidarietà e bontà tipico del Natale.

Al timone di regia Robert «Ritorno al futuro» Zemeckis, abbonato ormai ai film in performance capture, cioè alle pellicole che vengono recitate normalmente dagli attori su uno sfondo blu o verde, uniti agli sfondi ripresi a parte o generati artificialmente, infine rielaborate dalla computer grafica rendendo un effetto stile animazione/cartoon. Dopo Polar Express, primo film con tale tecnica, Zemeckis ha girato Beowulf e ora questo.

Jim «faccia di gomma» Carrey dà il volto ad Ebenezer Scrooge e ad altri personaggi, il nipote gioviale ed affettuoso ha quello di Colin Firth, mentre Gary Oldman è quello del mite impiegato vessato e malpagato Cratchit. Del cantico di Natale la Disney si era già occupata con un cortometraggio in animazione classica 2-D: i giovanissimi non ricorderanno neppure i tempi in cui esisteva questa tecnica, ormai quasi del tutto tralasciata dai cartoonist odierni, a parte Miyazaki e il prossimo La principessa e il ranocchio (uscita prevista: 18 dicembre). Cortometraggio, si diceva (25 minuti circa), che raggruppava tantissimi suoi personaggi: Zio Paperone (che deve la sua ideazione venuta in mente al mitico Carl Barks proprio a Dickens, in originale si chiama infatti Uncle Scrooge) era proprio il vecchio avaro, Paperino il nipote e Topolino il dipendente che si scalda le mani intorpidite dal freddo su una candela.

Il rispetto da parte di Zemeckis per l'opera originale è a dir poco maniacale: addirittura il libro con indicati titolo ed autore (come da antica tradizione Disney quando trasponeva favole) che apre e chiude il film è identico all'edizione rossa (costosissima) della prima uscita, i fantasmi sono identici in ogni forma ed apparizione a come sono raccontati nel libro (a parte il primo che viene «spento» non con un cappello da pompiere ma con un cono), l'unica vera variazione sostanziosa è nello spezzone più oscuro, quello del Natale futuro dove ci si abbandona ad effettoni ridondanti per valorizzare il 3-D, con un carro di cavalli neri che insegue il nostro antieroe diventato piccolissimo e dalla vocina stridula.

Avvertiamo che alcune scene sono decisamente intense, con piccoli momenti horror: i più piccini degli spettatori potrebbero avere un'impressione momentanea di paura, scacciata poi dal celeberrimo finale ottimista (secondo solo a quello de La vita è meravigliosa) in cui la lacrimuccia viene spontanea. Zemeckis, con le musiche di Alan Silvestri, ci fa volare sopra i tetti con una leggerezza incredibile, il senso dell'essere dentro è incredibile tanto quanto la definizione degli sfondi e dei personaggi. In attesa di compararlo con Avatar, che arriverà il 15 gennaio, per ora possiamo dirvi che questo è il miglior 3-D che abbiamo visto finora al cinema: quando cade la neve avrete l'istinto di spostarvi e mentre i personaggi vi parlano sembra che entrino nella sala a declamare.

Anche se artisticamente continuiamo a preferire lo Scrooge del 1970 con Albert Finney, grazie all'istrionicità di un Jim Carrey che si sarà divertito come un matto a fare questa parte multipla prima di trasformarsi in nobilissimi pixel, nonostante conosciate a menadito la storia originale, vi divertirete e vi emozionerete lo stesso; in tempi futuri quando sarà disponibile in televisione non possiamo escludere che i canali lo trasmettano come consueto film di Natale, giusto dopo quello di James Stewart con i suoi saluti immortali all'emporio. Merry Christmas! Nota: la canzone di Andrea Bocelli la potrete ascoltare solo rimanendo in sala sui titoli di coda.

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