venerdì 15 gennaio 2010

La prima cosa bella

Negli anni '70 Anna è «la mamma più bella», vincitrice di un piccolo concorso di bellezza in uno stabilimento balneare di Livorno. Ma quell'evento sembra incrinare ulteriormente i legami della sua famiglia, sino a una rottura brusca e violenta con il marito. Insieme ai suoi due piccoli Bruno e Valeria, Anna vaga alla ricerca di una sistemazione, riservando un sorriso anche nei momenti di cruda realtà. Ai giorni nostri Bruno è un quarantenne insoddisfatto della sua vita, e il legame con sua madre e sua sorella si è affievolito. Ma sarà Anna, ormai con il peso della vecchiaia ma con la sua incredibile voglia di vivere, che riunirà la famiglia in un abbraccio commovente e pieno di speranza.

Titolo: La prima cosa bella
Titolo originale: La prima cosa bella
Regia: Paolo Virzì
Attori: Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Marco Messeri
Genere: Commedia
Uscita: venerdì 15 gennaio 2010

Finalmente è il ritorno della vera commedia italiana, dove la semplicità di una storia si fa spazio tra simboli e icone di una realtà livornese in un gap temporale tra gli anni ’70 e oggi. Paolo Virzì riesce a trasmettere un senso di familiarità con commoventi legami affettivi, parallelismi e salti temporali, con cambi di registri emotivi repentini e pensati, non sfociando mai nella retorica o nel moralismo rappreso. Dopo il successo di Tutta la vita davanti, ne La cosa più bella ciò che riesce a coinvolgere maggiormente è sia il delicato tono con cui viene narrata una vicenda tanto semplice quanto complessa, sia il cast corale, senza cadere nei soliti «episodi» disconnessi tra loro. Il cast, a sua volta, riesce a creare un mondo quotidiano e ordinario con interpretazioni uniche e coinvolgenti.

Come detto, il film è corale, anche se l’attenzione viene concentrata maggiormente sul personaggio di Bruno, interpretato da un impeccabile Valerio Mastandrea, la cui bravura è ormai indiscussa, riuscendo anche stavolta a regalare un personaggio umano, tragicomico nella sua infelicità. Ma La prima cosa bella deve questo titolo a Micaela Ramazzoti nel ruolo Anna, una madre ingenua, goffa nel suo dare affetto ai figli, e che imbarazza costantemente il piccolo Bruno. A chiudere il cerchio familiare è Valeria, una Claudia Pandolfi un po’ incerta nella sua caratterizzazione, ma pur sempre meravigliosa, dando il meglio di sé. A fianco ai «grandi» attori citati, c’è un cast emergente di attori alle prime armi, come il piccolo Bruno interpretato da un bambino promettente.

A far da sfondo alla vicenda è Livorno resa magistralmente una città «qualunque», riuscendo a rompere le barriere dialettali e regionali e facendola diventare il luogo da dove tutti noi proveniamo. Eppure potrebbe sembrare un paradosso, poiché il dialetto è forte e «invadente», ed è una chiave che consente una caratterizzazione ulteriore dei personaggi, divenendo quasi un modus vivendi degli stessi, senza mai scadere in una rozza proposizione di tradizioni territoriali atte a un’ipocrita esaltazione della città.

Questa pellicola storia ha la straordinaria capacità di trasmettere un senso di purezza, lasciando intendere una sofferenza di fondo nella trama senza esplodere in un dramma; grazie al carattere innocente e «infantile» di Anna, a cui vengono perdonati tutti gli errori che commette nella vita propria e dei suoi figli, il film si costruisce su basi emotive, garantendo momenti comici quanto tragici. Oltre a questo, le vicende del passato della famiglia Michelucci sono viste dal piccolo Bruno nei momenti di flashback: attraverso il suo punto di vista, l’intreccio, gli avvenimenti e le situazioni che vive con la sua famiglia non vengono compresi pienamente, e tale incomprensione viene trasmessa a sua volta attraverso lo schermo; quindi non viene specificato perché, ad esempio, Anna litiga con il marito, ma viene comunque sottinteso e lasciato intendere allo spettatore. A dare «difficoltà» alla trama sono quindi i salti temporali: in maniera alogica vengono connessi passato e presente, consentendo allo spettatore di costruire man mano l’intero quadro di tutto il film.

Accanto a meccanismi narrativi come questi, c'è la storia di una famiglia che attraversa gli anni ’70 e ’80 sino a giungere ai giorni nostri. Convincono sempre di più le straordinarie capacità di Paolo Virzì e degli sceneggiatori (Francesco Bruni e Francesco Piccolo) di trasmettere grandi sentimenti con piccoli gesti; e il piccolo Bruno che prende la mano della sua sorellina Valeria sembra una fotografia sbiadita, così come vedere Anna e i suoi figli nel lettone a cantare la «La prima cosa bella». Con alcune tracce neorealiste e di commedie italiane degli anni ’60/’70/’80, La prima cosa bella è una melodia, una canzone consolatoria e materna che aiuta a rivivere la propria infanzia. I sorrisi malinconici sono assicurati, Paolo Virzì non delude, e il cast è quanto di meglio si possa chiedere nel panorama italiano.

Nessun commento:

Posta un commento